Il lascito di Francesca Rousseau Predieri

In dialogo con Benedetta e Marco, nipoti di Francesca, una donna straordinaria, discendente da una famiglia storica fiorentina, generosa per natura, mossa dall’etica di chi ritiene la propria fortuna un vantaggio da distribuire attorno a sé.


«Nostra zia Francesca non aveva figli, così siamo stati noi i suoi figli a tutti gli effetti, sia sentimentalmente che legalmente. Lei è stata una grande presenza, un punto di riferimento nella nostra vita. Era un’ascoltatrice e, al contempo, una dispensatrice di consigli, sempre giusti, una persona pratica e di buon senso, generosa e sensibile. Aveva la rara capacità di stare bene con tutti».

Benedetta Rousseau ricorda così la zia Francesca Rousseau Predieri, mancata un anno e mezzo fa, e racconta, assieme al fratello Marco, com’è nata la sua idea di destinare un importante lascito testamentario a sostegno delle attività assistenziali portate avanti da FILE.

«Nel disporre il lascito, zia Francesca ha scelto FILE perché ne conosceva la storia e sapeva come veniva portato avanti il lavoro di assistenza, con tanta professionalità ed altrettanta umanità. Ce ne sono migliaia di enti benefici nella sola città di Firenze ma lei voleva aiutare la vostra Fondazione. Conosceva le conseguenze del sottoscrivere un testamento solidale e, pur avendo familiari stretti, ha deciso consapevolmente di disporre un lascito a sostegno di una causa meritevole come FILE. E speriamo che altri seguano il suo esempio».

«Il lascito solidale è uno strumento alla portata di ognuno, a prescindere dalla disponibilità economica. Perché di tutti può essere il desiderio di lasciare qualcosa di sé alla comunità, oltre che alla famiglia e alla discendenza.

Francesca Rousseau Predieri era una sostenitrice di FILE di lunghissimo corso.

Grande amica della fondatrice, Donatella Carmi Bartolozzi, ha creduto fin da subito nella nostra missione di supportare le persone gravemente malate e chi sta loro vicino: «Quando è nata FILE, la zia ha aderito con entusiasmo al progetto di Donatella, contenta del fatto che nascesse proprio nella sua città, ne condivideva i valori e per questo non ha mai fatto mancare il suo sostegno. Come donatrice, certo, ma anche attraverso la donazione di abiti, borse e accessori vintage per i vostri eventi di raccolta fondi».

Marco Rousseau, sorridendo: «Forse ha scelto FILE anche perché le piaceva il vostro panettone, ne era veramente golosa. La sentivi fare i paragoni, dire “Quest’anno era più buono di quello dello scorso anno”… Il panettone e il mercato Nataleperfile hanno avuto un gran peso nella sua scelta (sempre sorridendo, n.d.r.). Aspettava con gioia il mercato a Palazzo Corsini, ci passava mattinate intere».


Un impegno a 360° verso FILE, quello di Francesca Rousseau Predieri.

Poter esprimere la sua singolarità, il suo carisma, la sua capacità di contribuire al bene comune anche oltre il corso della vita, è il senso autentico dell’eredità di questa signora che, ricorda Benedetta, «era una donna come poche, informata, colta, viaggiatrice, autrice di tre libri di cucina pubblicati e di uno che non ha fatto in tempo a finire, “La cucina dell’orto” che io vorrei proseguire anche in memoria sua». Una donna speciale, quindi, capace di riconoscere la propria fortuna, data alla nascita ma nutrita dallo studio e dall’applicazione, e di metterla a disposizione di una causa sociale importante come FILE.


Anche Benedetta e Marco Rousseau, come la loro zia, credono nella validità del testamento solidale perché «è uno strumento alla portata di ognuno, a prescindere dalla disponibilità economica. Perché di tutti può essere il desiderio di lasciare qualcosa di sé alla comunità, oltre che alla famiglia e alla discendenza. E la firma su un testamento è un mandato esplicito a farsi portavoce di chi non c’è più, per ricordarne la memoria, per concretizzarne le volontà».


Il testamento solidale, fino a pochi anni fa, era un argomento tabù mentre oggi più di un italiano su cinque, fra gli over50, dice di aver già fatto un testamento solidale o di essere intenzionato a farlo: si tratta di oltre 5 milioni e mezzo di persone (Comitato Testamento Solidale – dati indagine 2021). Scrivere le ultime volontà non riguarda più solo chi non ha discendenza o chi ha grandi patrimoni perché anche il lascito più piccolo, senza nulla togliere ai figli e agli eredi, unito agli altri ha il potere di fare la differenza. Oggi la solidarietà e la partecipazione alla costruzione del bene comune sono alla portata di tutti e il denominatore comune è la voglia di lasciare il segno, con in mente le generazioni future.


La famiglia Rousseau Predieri

I lasciti testamentari
sono un aiuto
alla portata
di tutti.

Il testamento solidale è un atto di libertà: libertà di destinare una parte dei propri beni alle cause che sono sempre state a cuore, lasciando in eredità alla famiglia anche un messaggio che parla dei propri valori senza privarla di nulla di quanto le spetta per legge.

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